La sfida della vita. Screening e diagnosi prenatale

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La sfida della vita. Screening e diagnosi prenatale, Piccin Editore. Scaricalo qui.

PREFAZIONE

Negli anni recenti l’innovazione in campo medico ha conosciuto una crescente accelerazione. 

Anche nell’ambito delle diagnosi prenatali sono divenute disponibili indagini sempre più sofisticate, sia strumentali sia di laboratorio, che consentono di avere informazioni sullo stato di salute del feto, anche in tempi molto precoci della gravidanza. 

Come tutti i procedimenti resi disponibili dalla tecnica, anche le biotecnologie modificano il nostro modo non solo di operare, ma anche di intendere il mondo: inducono un atteggiamento di controllo sui processi e di verifica della qualità sui «prodotti». Un atteggiamento largamente insufficiente, quando è in gioco quello che viene non casualmente definito «prodotto del concepimento». L’effetto è che si tendono a trattare come problemi di mero funzionamento questioni che riguardano anche il senso della vita umana. Si giunge così a privilegiare una comprensione della normalità che esclude l’imperfezione e la vulnerabilità, che sono invece costitutive della condizione umana e che sempre implicano aspetti inattesi, imprevedibili e sorprendenti. 

Pertanto, queste nuove possibilità di conoscere, e di intervenire sulle fasi prenatali della vita degli esseri umani hanno profonde implicazioni antropologiche e sociali. Inducono una radicale trasformazione nel modo di vivere e di comprendere la generazione
umana e quell’originalissimo binomio che si stabilisce nella relazione materno-fetale. Si tratta di cambiamenti che non sempre vengono colti in tutta la loro portata. Talvolta si pensa che la tecnologia dilati la gamma delle opzioni praticabili e che l’autonomia
delle scelte sia direttamente proporzionale all’incremento di informazioni. Troppo spesso, però, si dimentica che le nuove tecnologie, aprendo nuove possibilità di scelta, in realtà non solo ne chiudono altre, ma anche dispongono un quadro di interpretazione complessivo dei fenomeni e «fanno cultura». Inoltre, la complessità e la quantità dell’informazione non semplificano il processo decisionale, ma lo espongono a nuove tensioni emotive e a forti condizionamenti socio-culturali. Infine, a tutto ciò si aggiungono le interferenze procurate da interessi di tipo commerciale che spingono per una diffusione delle tecniche, senza tener adeguatamente conto del loro impatto e della delicatezza nella gestione dei dati che ne derivano.

Ecco allora la necessità di fornire un quadro scientifico qualificato e interdisciplinare, aggiornato ed equilibrato su questa materia complessa. Il testo costituisce una solida base conoscitiva, espressione di un consenso tra esperti con diverse competenze, per operare con consapevolezza critica e atteggiamento costruttivo. La Pontificia Accademia per la Vita ha volentieri ospitato e incoraggiato questo lavoro, nella consapevolezza dell’importanza di un approccio al contempo informato dei più recenti progressi e  sensibile alle profonde implicazioni antropologiche e culturali, premessa indispensabile per ogni valutazione etica. Esprimo quindi la mia soddisfazione per il risultato ottenuto, che include anche suggerimenti concreti su come sostenere i genitori e le famiglie nelle scelte che si trovano ad affrontare, nel rispetto dei riferimenti di valore che a ciascuno sono propri. In questa linea desidero sottolineare, come elemento di ulteriore originalità del lavoro, i riscontri positivi ricevuti dai rappresentanti delle tradizioni religiose ebraica, islamica e buddista, riportati alla conclusione del volume. Il testo si presenta così come preziosa risorsa per favorire un accompagnamento che consenta a tutti coloro che sono coinvolti in questi percorsi – genitori, piccoli pazienti (nascituri o neonati), operatori sanitari, responsabili della sanità – di essere tutelati nei loro diritti e di assumere quelle responsabilità che a ciascuno competono.

Mons. Vincenzo Paglia - Presidente della Pontificia Accademia per la Vita