Vita Artificiale. Un dibattito a Trento
Trento (Italia), 22 marzo. Mons. Renzo Pegoraro, Cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita, ha partecipato all'annuale serie di dialoghi pubblici organizzati dalla diocesi di Trento (11 marzo). Il tema di quest'anno è "Sarete come Dei. L'essere umano costruttore di se stesso". Mons. Pegoraro ha partecipato al secondo dei due dialoghi, intitolato "Vita artificiale". L'altro membro del dialogo è stata la prof.ssa Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Mentre la prof.ssa Carrozza ha discusso di come l'IA possa aiutare il settore sanitario, a patto che siano presenti alcuni criteri normativi relativi alla sicurezza e al consenso, mons. Pegoraro si è concentrato sul modo in cui la tecnologia influisce sulla vita umana. Egli ritiene che la nostra vita abbia dimensioni biologiche, sociali, spirituali e politiche e che dovremmo basare il nostro approccio alla vita sulla comprensione che essa è un dono, una responsabilità e un mistero. La vita esiste prima di noi ed è un dono che riceviamo; inoltre, è una chiamata alla responsabilità perché richiede il nostro impegno. Nonostante l'importante conoscenza sulla vita umana che possiamo ottenere attraverso la scienza, dovremmo scartare l'aspettativa di poter spiegare tutto; dovremmo invece rispettare il fatto che la vita è infine un mistero che va oltre la nostra analisi.
Per contrastare l'inclinazione che abbiamo oggi a quantificare e qualificare la vita, mons. Pegoraro ha affermato che dobbiamo riconoscere che la vita è innanzitutto meravigliosa perché "noi esistiamo". Dobbiamo stupirci di essa e pensare a come riconoscere il valore fondamentale della vita; inoltre, dobbiamo pensare a come curare e promuovere la vita umana.
Con una prospettiva basata sullo stupore e sulla cura della vita, possiamo valutare lo sviluppo della conoscenza e della tecnologia e discernere il loro impatto sulla vita umana. Mons. Pegoraro ha rilevato come le distinzioni tra natura, cultura e artificialità nella vita umana non siano facili da definire, poiché nel tempo cambiamo il nostro stile di vita e il nostro modo di lavorare. I ritmi della nostra vita sono influenzati dai progressi della tecnologia e della scienza.
Nel formulare un approccio responsabile alla tecnologia, mons. Pegoraro ha suggerito di farlo in modo transdisciplinare, concentrandosi su un dialogo di qualità tra scienziati, psicologi, filosofi e teologi. Pertanto - ha ribadito - dobbiamo essere prudenti nel considerare le conseguenze della tecnologia soprattutto sulla vita umana ma anche sull'ambiente, e ha portato l'esempio degli effetti degli organismi geneticamente modificati sull'agricoltura, che possono alterare l'equilibrio ambientale e il cui uso non cambia la realtà che il prezzo e la distribuzione del cibo sono spesso definiti dal mercato. Rispetto, prudenza e cooperazione possono aiutarci a prenderci cura della vita, della vita umana e di tutte le vite.
(Testo di Kathryn Bowers, Università ND. Originale: inglese)