Saluto del Presidente, S.E. Mons. Vincenzo Paglia
Desidero rivolgere il mio saluto e dare il benvenuto a Voi tutti, presenti e collegati attraverso la piattaforma Zoom, per partecipare a questo webinar dal titolo “Perinatal Palliative Care. Foundation & Experiences”, promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita. Accanto al benvenuto, mi sento di porgere un ringraziamento speciale a tutti i relatori che con generosa disponibilità hanno accolto il nostro invito ad offrire il proprio contributo in questo webinar, in alcuni casi collegandosi d’oltreoceano, pertanto con orari non proprio comodi. Vi giunga dunque il mio più sentito ringraziamento.
E in qualità di presidente della Pontificia Accademia per la Vita, istituzione della Santa Sede che ha come specifica mission quella di promuovere iniziative a carattere scientifico e culturale per la difesa e la promozione della vita umana e della dignità della persona in tutte le fasi della sua esistenza, sento il dovere di ringraziarvi per l’impegno che profondete nell’accoglienza di questi piccoli segnati dalla più estrema vulnerabilità e delle loro famiglie gravate da grandissima sofferenza. Tutti voi siete dei coraggiosi pionieri e state certi di avere tutto l’apprezzamento e il sostegno dell’Accademia nella vostra non facile missione.
Oramai da diversi anni la PAV ha scelto di prestare un’attenzione speciale alla promozione e diffusione delle cure palliative in cui riconosciamo un modello di accompagnamento al fine vita di particolare valore, sia dal punto di vista scientifico, sia dal punto di vista etico e culturale. Le cure palliative perinatali esprimono il servizio che la medicina prenatale fa a quelle famiglie che si trovano ad affrontare una diagnosi di grave patologia del proprio bambino. Esse sostengono il desiderio delle mamme e delle famiglie di incontrare il loro bimbo alla nascita e di celebrarne la vita, seppure breve, perché prima della morte c’è la vita. E in questo contesto di grande amore per la vita, le cure palliative perinatali, si impegnano a donare confort al piccolo paziente, nel rispetto della sua dignità di persona, senza accorciare o prolungare artificialmente la sua vita. La buona notizia è che in una pur prevalente cultura dello scarto, vi sono sempre più genitori che chiedono di accompagnare il loro bambino gravemente malato fino alla fine. La cultura delle cure palliative perinatali risponde, dunque, ad una domanda che va crescendo nel mondo. Il mio auspicio e l’augurio che rivolgo a tutti voi è che questo modello possa svilupparsi sempre più non solo come risposta di alto livello scientifico e clinico, ma possa essere accompagnato dall’abbraccio solidale delle famiglie che hanno già vissuto quell’esperienza di grave patologia del figlio e dal sostegno di natura spirituale che, oltre ad offrire un supporto di preghiera, si spenda, quando occorre, anche in aiuti di supporto psicologico, logistico ed economico. Questo approccio fa sì che davanti a una diagnosi difficile da accettare, le famiglie siano aiutate a elaborare la loro sofferenza e a vivere in modo autenticamente umano anche questa terribile esperienza.