Tavola rotonda degli agricoltori africani - Comunicato finale

11 ottobre 2023 in Vaticano

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COMUNICATO STAMPA

Prima Tavola Rotonda degli Agricoltori Africani alla Pontificia Accademia delle Scienze. Gli agricoltori africani chiedono politiche agricole orientate ai risultati, aperte alla tecnologia e basate sull’evidenza scientifica.

Agricoltori provenienti da Kenya, Malawi, Nigeria, Sierra Leone e Zimbabwe hanno discusso delle principali sfide e opportunità per l’agricoltura in Africa alla prima Tavola rotonda degli agricoltori africani che si è svolta presso la Pontificia Accademia delle Scienze nella Città del Vaticano mercoledì 11 ottobre. 

L’evento, promosso da Bayer con il patrocinio della Pontificia Accademia per la Vita, ha rappresentato un momento importante per mettere al centro la voce di chi è in prima linea nella produzione agricola ma che spesso si ritrova relegato in ultima fila nei dibattiti globali sullo sviluppo agricolo. Come ha sottolineato Mildred Nadah Pita, Responsabile Affari Pubblici, Scienza e Sostenibilità di Bayer per l’Africa, è fondamentale apprendere e comprendere dagli agricoltori quali sono i loro “punti deboli, quali opportunità vedono e come insieme possiamo trovare soluzioni durature alle loro sfide."

Diplomatici provenienti dall'Africa e da altre regioni, rappresentanti della Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite (FAO) e del International Fund for Agricultural Development (IFAD), istituti di ricerca, organizzazioni della società civile e del settore privato si sono riuniti per ascoltare e interagire con i relatori.

L’agricoltura sostiene oltre il 50% della popolazione africana e rappresenta il 35% del PIL regionale, raggiungendo il 50-60% in alcuni paesi. Tuttavia, il continente sta ancora lottando per garantire la sicurezza alimentare di milioni di persone. La FAO stima che la superfice coltivabile del continente abbia il potenziale per essere ampliata del 150-700%. Ma tale potenziale è limitato da “un accesso limitato alle moderne tecnologie, alle finanze e all’educazione agricola, oltre a problemi di proprietà e accesso alla terra, infrastrutture inadeguate e avversità climatiche”, come sottolineato dagli agricoltori.

Il Prof. Eric Danquah – vincitore del World Agriculture Prize e dell'Africa Food Prize – nel suo illuminante discorso ha evidenziato una strategia su più fronti essenziale per trasformare il settore agricolo del continente, compresa una forte attenzione allo sviluppo delle colture di base, al rilancio dell'istruzione agricola, alla promozione di partenariati pubblico-privati, al trasferimento agli agricoltori di conoscenze e competenze, all’armonizzazione delle politiche per la crescita agricola e, soprattutto, all’amplificazione dell’impegno politico dei governi africani.

“Purtroppo l’Africa non è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi globali sulla sicurezza alimentare e la nutrizione stabiliti nell’Agenda 2030, né gli obiettivi della Dichiarazione di Malabo concordati dai membri dell’Unione Africana”, ha affermato il Dott. QU Dongyu, Direttore Generale della FAO, nel suo discorso di apertura, per poi aggiungere: “La scienza, l'innovazione e le tecnologie possono offrire un grande potenziale. Dobbiamo garantire che siano accessibile a tutti”.

Concentrandosi sull’accesso alle tecnologie che consentano “agli agricoltori di realizzare un’agricoltura sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale e di contribuire al miglioramento della sicurezza alimentare e dello sviluppo complessivo della regione”, gli agricoltori hanno raccomandato politiche “incentrate sui risultati, aperte verso diverse tecnologie e pratiche, e basate su prove scientifiche.

·         Politiche orientate ai risultati: Le pratiche e le tecnologie agricole devono mirare a raggiungere una serie di risultati chiave desiderabili in relazione al loro impatto sugli agricoltori, sull’ambiente e sui consumatori. Tali risultati dovrebbero includere, tra gli altri, l’aumento della produttività delle aziende agricole, il miglioramento dei mezzi di sussistenza, la preservazione e il ripristino della salute del suolo, degli habitat naturali, della biodiversità e delle risorse idriche, nonché la riduzione delle emissioni di gas serra provenienti dall’agricoltura e una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici. Per quanto riguarda i consumatori, è importante garantire l'igiene alimentare e migliorare la nutrizione.

·         Politiche neutrali rispetto alla tecnologia: Le politiche non dovrebbero né consentire né vietare tecnologie e pratiche agricole specifiche, né dovrebbero favorirne alcune rispetto ad altre. Rimanendo aperte e neutrali, le politiche devono favorire e alimentare un ecosistema tecnologico diversificato, migliorando l’adattabilità e la resilienza degli agricoltori alle condizioni locali dando loro accesso a tutti gli strumenti a disposizione – siano essi tradizionali, moderni, biologici, biotecnologici, chimici, biochimici, meccanici o digitali – per implementare soluzioni flessibili e su misura a livello locale.

·         Politiche basate sull'evidenza: Le politiche dovrebbero consentire la rapida approvazione legale e la registrazione, lo sviluppo, la disponibilità, l’accessibilità, l’uso e l’espansione di tutte quelle tecnologie che, sulla base delle prove scientifiche ottenute attraverso la sperimentazione e l’implementazione in diversi contesti agroecologici e socioeconomici, hanno dimostrato di funzionare con successo nel consentire agli agricoltori di raggiungere i risultati desiderati, riducendo al minimo i trade-off e massimizzando le sinergie tra di essi.

Con le loro storie, gli agricoltori “ci hanno fornito gli elementi di pratiche agricole sostenibili basate sulla giustizia sociale e sulla sostenibilità ambientale", ha affermato l'ambasciatrice Nosipho Jezile, rappresentante permanente del Sud Africa presso FAO, IFAD, e WFP, e presidente del Gruppo dei Paesi Africani a Roma, sottolineando che “le loro raccomandazioni ci aiutano con un menu in questo senso."

Riassumendo la discussione della giornata, mons. Renzo Pegoraro, Cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita, ha evidenziato tre elementi chiave: “In primo luogo, lo sviluppo agricolo deve essere sostenibile dal punto di vista socio-economico e ambientale; in secondo luogo, la necessità di una formazione adeguata per tutti i soggetti interessati del settore agricolo; terzo, l’importanza di sostenere gli agricoltori, i giovani e le donne, con particolare attenzione alle realtà di piccola scala, offrendo opportunità di lavoro, crescita umana e professionale, nel rispetto della dignità delle persone e delle realtà locali”.

Concludendo con le parole dell’Ambasciatrice Jezile: “Abbiamo bisogno gli uni degli altri: abbiamo bisogno degli agricoltori, abbiamo bisogno di noi stessi e dei nostri governi, abbiamo bisogno del settore privato e abbiamo bisogno di istituzioni come la Pontificia Accademia. Dobbiamo tenerci per mano per affrontare le sfide del nostro tempo”.

 


Casina Pio IV - 1st Roundtable African Farmers


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Recommendations for Agricultural Technology Policies

By Collina Msongole (Malawi), Patience Koku (Nigeria), Ruramiso Mashumba (Zimbabwe), Michael Waciira (Kenya), Jorge Lopez Menendez (Sierra Leone)

BACKGROUND

Agriculture sustains more than 50% of Africa’s population, and it accounts for 35% of Africa's GDP, reaching 50-60% in some nations. Despite this, , the import is growing faster than the export, and food insecurity persists, with Africa having the least developed agricultural industry globally, marked by low labor and land productivity. Value added per worker is about a quarter of the global average. The sector is dominated by subsistence smallholder farmers operating below efficient scales with an average farm size of 1.3 hectares. Despite its vast land, larger than China, India, the US, and much of Europe combined, with more than half being arable – accounting for 65% of the remaining arable land of the world – only 10 % is utilized. The FAO suggests rainfed crop area has the potential to be expanded by 150-700%, up to 300 million hectares. Key constraints to unlocking such potential include limited access to modern technologies, finances, and farming education, alongside land tenure and access issues, inadequate infrastructure, and climate adversities.

OUR RECOMMENDATIONS TO POLICY MAKERS

In this First Roundtable of African Farmers at the Vatican, we aim to highlight the centrality of providing technology access to African farmers, viewing it as an essential catalyst for driving sustainable growth across the region. While investments and capacity-building are crucial, policies are the fundamental cornerstone for enduring technological advancement.

Consequently, we advocate for the adoption of agricultural technology policies that are outcome-driven, technology-neutral, and grounded in evidence-based approaches.

i. Outcome-Driven

Farming practices and technologies must be aimed at delivering against a set of key outcomes that are desirable in relation to their impact on farmers, environment, and consumers. Such outcomes should include:

Farm-related outcomes

• Increase the productivity of farms.

• Improve farmers’ and farm workers’ livelihoods, health, and well-being.

Environment-related outcomes

• Preserve and restore soil health.

• Preserve natural habitats and biodiversity.

• Preserve water resources.

• Reduce greenhouse gas emissions from agriculture.

• Increase farmers’ resilience to climate change.

Consumer-related outcomes

• Ensure food safety.

• Enhance nutrition.

ii. Technology-Neutral

Policies should neither allow nor prohibit specific agricultural technologies and practices, nor should they favor one over another. Remaining open and neutral, policies will nurture a diversified technological ecosystem, enhancing farmers’ adaptability and resiliency to local conditions by giving them access to all the tools in the toolbox – be them traditional, modern, organic, biotechnology, biological, chemical, biochemical, mechanical, or digital tools – to implement locally tailored and flexible solutions.

iii. Evidence-Based

Policies should enable the expedited legal approval and registration for the development, availability, accessibility, use, and scaling up of all those technologies that – based on scientific evidence gained through testing and implementation in diverse agroecological and socio-economic contexts – have proven to successfully enable farmers to deliver against the desired outcomes, while minimizing trade-offs and maximizing synergies among them.

CLOSING REMARKS

These policy recommendations emanate from the direct experiences and insights gained by us and other African farmers we work with, through our daily interaction with the land, its bounties, and its challenges. Ours is a call to policymakers to enable African farmers to drive a socially, economically, and environmentally sustainable agriculture, and contribute to the enhancement of food security and the overall development of the region. It is upon all of us to heed this call, internalize these insights, and turn them into meaningful policies and interventions. Always recognizing that modern farmers are part of the solution.