Il Papa: no alla manipolazione perversa dell’IA, si guardi al bene comune
di Tiziana Campisi – Vatican News (Articolo pubblicato su Vatican News lunedì 17 novembre 2025)
Ribadisce i possibili risvolti negativi dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale Leone XIV parlando, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, ai partecipanti al Seminario di "Etica nella gestione delle aziende del settore sanitario". L’evento, il cui direttore è l’agostiniano Alberto Bochatey, vescovo ausiliare di La Plata, in Argentina, che il Papa saluta all’inizio del suo discorso, pronunciato in spagnolo, è promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita e si svolge da oggi, 17 novembre, a venerdì a Roma, al Pontificio Istituto Patristico Augustinianum, per favorire il dialogo sull’etica nella salute, sull’intelligenza artificiale e sulle innovazioni tecnologiche e digitali.
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Il Papa con il confratello agostiniano monsignor Alberto Bochatey, vescovo ausiliare di La Plata (@Vatican Media)
Il rischio dei pregiudizi
Come già nel messaggio inviato al congresso internazionale “Intelligenza Artificiale e Medicina: la sfida della dignità umana”, organizzato dalla stessa Pontificia Accademia, il Papa evidenzia i pericoli del progresso tecnologico e la possibilità che “la percezione” della realtà sociale e del malato possa essere distorta, “creando una situazione di ingiustizia nella gestione delle risorse necessarie alla corretta amministrazione della salute”.
Se come individui e come società siamo chiamati a difendere attivamente l’inequivocabile dignità di ogni essere umano, in tutte le tappe e sfaccettature della sua esistenza, purtroppo, ciò non corrisponde sempre alla realtà. Strumenti tanto efficaci come l’intelligenza artificiale possono essere manipolati, addestrati, orientati affinché, per motivi di opportunità o interesse, siano essi economici, politici o di altra indole, si generi tale pregiudizio, a volte impercettibile, nell’informazione, nella gestione e nel modo in cui ci presentiamo o ci avviciniamo all’altro.
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Un momento dell'udienza (@Vatican Media)
Cambiare sguardo
C’è il rischio che “le persone” vengano classificate “in base ai trattamenti necessari e al loro costo, alla natura delle loro malattie”, avverte il Pontefice, temendo che gli individui possano essere trasformati “in oggetti, in dati, in statistiche”.
Il modo per evitarlo penso consista nel cambiare il nostro sguardo, nel percepire il valore del bene con una visione ampia, nel guardare, se mi permettete, come guarda Dio, per non concentrarci sul profitto immediato, ma su ciò che sarà meglio per tutti, sapendo essere pazienti, generosi e solidali, creando legami e costruendo ponti, per lavorare in rete, per ottimizzare le risorse, affinché tutti possano sentirsi protagonisti e beneficiari del lavoro comune.
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Leone XIV con una famiglia (@Vatican Media)
Riconoscere la dignità dell’essere umano
Leone sottolinea che è Dio ad insegnarci a non separare questo sguardo “dal rapporto umano, dalla carezza, dal riconoscimento della persona concreta, nella sua fragilità e nella sua dignità”. Si tratta di “una visione profonda”, “che giunge al cuore dell’altro e dilata il nostro”, conclude il Pontefice, che ritiene questo modo globale di vedere le cose “l’antidoto migliore” affinchè le “strutture gestionali non perdano di vista” il bene da custodire.
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Uno scorcio della Sala Clementina (@Vatican Media)


