Minori e Intelligenza artificiale, Brambilla: «Nuova indagine sui rischi»

Mattarella: «Troppi ragazzi nascondono la propria fragilità dietro la rabbia, il mutismo o lo schermo di un computer»

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di Mariolina Iossa (articolo pubblicato su corriere.it venerdì 21 novembre 2025) 

 

Sono sempre di più nel mondo i bambini che vivono in mezzo ad una guerra o che non hanno da mangiare e non possono accedere all’istruzione. Anche nei Paesi cosiddetti «ad alto reddito» c’è preoccupazione per i minori sotto la soglia di povertà. Nella giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che celebra la Convenzione Onu del 1989, il monito istituzionale più autorevole è arrivato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«La sofferenza di un bambino è la sconfitta di una comunità», ha detto il capo dello Stato. Anche nel nostro Paese «persistono situazioni di abbandono e marginalità» e «troppi ragazzi nascondono la propria fragilità dietro la rabbia, il mutismo o lo schermo di un computer, in un contesto che li osserva senza comprenderli davvero».

Il dibattito istituzionale ieri si è acceso sul ruolo delle famiglie, sempre più sole e vulnerabili, e di tutta la comunità educativa, ma è l’allarme legato ai social e all’intelligenza artificiale a dominare. «Faremo una indagine conoscitiva su AI e minori», ha detto la presidente della commissione parlamentare per l’infanzia Michela Vittoria Brambilla. 

Brambilla ha respinto l’atteggiamento «assurdo e passatista di chi condanna per principio le nuove tecnologie» ma ha denunciato l’ormai evidente rischio dell’«artificiale che comprime l’umano», dell’«esperienza virtuale che può snaturare o sostituire quella reale». Il «tema irrisolto» sostiene Brambilla «è il rapporto scorretto e problematico con il mezzo»; il legislatore europeo e italiano è intervenuto rendendo necessario il consenso dei genitori per l’utilizzo di AI sotto i 14 anni. «Ma è sufficiente?», si è chiesta. In realtà, ha continuato, «basterebbe il buon senso ad evitare almeno gli abusi più plateali, come per esempio non esporre precocemente i bambini ad internet».

«Il rapporto tra digitale e ragazzi deve diventare uno dei grandi temi della politica mondiale», avverte la Garante per l’infanzia Marina Terragni, con l’obiettivo di «affrontare, e siamo in ritardo, la rivoluzione che ha investito i ragazzi della generazione Z, dal 2010 ad oggi». C’è poi il tema della sessualità, ha osservato Terragni, «che riporta la donna in una logica di dominio assoluto e perverso, al punto che sono le stesse ragazze a conformarsi a modelli di sottomissione, mentre i ragazzi soffrono di ansia da prestazione e impotenza».

«Famiglia, infanzia, bullismo, cyberbullismo, pedopornografia, impoverimento della comunità educativa». Su tutti questi piani bisogna intervenire, ha evidenziato la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella. «Abbiamo di fronte una sempre maggiore solitudine delle famiglie, non soltanto dei ragazzi». Il nodo fondamentale «è non impoverire le famiglie anche dal punto di vista delle capacità educative, ma sostenerle in questo ruolo». Come? «I centri per la famiglia devono essere l’hub dell’azione sui minori», conclude Roccella.